Quando si parla della città di Caltagirone (608 m, 39447 abitanti), saltano alla mente i più svariati colori che prendono forma nelle opere d'arte in terracotta. In Caltagirone, la tradizione della ceramica ha origini antichissime, fu perfezionata nel corso dei secoli e caratterizzata dall'influenza degli arabi prima e dei catalani dopo. La tradizione giunge ai giorni nostri: tra gli ultimi contributi vi è il rivestimento della scala "del Monte", realizzata nel 1953. Questa tradizione è tangibile attraverso le vie del paese, dove balaustre, vasi, decorazioni, inserti esprimono il linguaggio policroma della ceramica. Oggi quest'arte è un'attività fiorente, forte di nuovi impulsi che provengono da un'attenta offerta turistica, insieme alle molte attività culturali: l'Istituto d'Arte della Ceramica e il Museo omonimo, famose, con il loro patrimonio culturale, per la mostra dei presepi (a Natale) e i fischietti di terracotta (a Pasqua).
Situata in una posizione strategica per il controllo delle vaste pianure di Catania e Gela, Caltagirone si adagia ad anfiteatro su tre colli. Dal punto più alto della città è possibile mirare, contemporaneamente, il Mar Ionio e il Mar di Sicilia verso Gela. Fu abitata già in epoca preistorica, come è stato attestato da numerosi reperti archeologici che indicano la presenza di esseri umani fin dall'età del bronzo. La località dovette piacere ai primi abitatori che si stabilirono nelle caverne naturali; poi su tre amene colline vicine, a incominciare dalla più alta, che raggiunge i 611 metri, sorse la città. Il rinvenimento nelle vicinanze, di tombe, idoli e altro materiale archeologico, la rivela anteriore alla civiltà greco-sicula, durante la quale, secondo alcuni sarebbe sorta. La testimonianza della civiltà araba è rappresentata dal Castello, a nord della chiesa di Santa Maria del Monte.si ha certezza dell'antica esistenza della città, anche dal rinvenimento di monete antichissime greche, sicule, puniche, cartaginesi, oltrte a vasi, anfore, lucerne grezze o guarnite di fine smalto, il che rivela l'antichissima origine delle famose ceramiche di Caltagirone.
Ruggero il Normanno la conquistò nel 1090, aiutato da una colonia ligure stabilitasi lì nel 1038-40. Divenuta proprietà dello Stato, protetta da mura, è stata strutturata tra il XII e il XVII ottenendo una forma di aquila con le ali spiegate, che in seguito divenne l'emblema della città.
La città, che pure ebbe momenti di grande splendore durante la signoria araba e normanna, ha, come Catania, un'architettura barocca. Devastata dal terremoto del 1693, Caltagirone fu ricostruita sulle sue stesse rovine dai più famosi architetti siciliani: dopo la demolizione di pareti e porte, la ricostruzione riguardò la zona sud, a discapito delle aree centrali, che dovettero attendere i primi decenni del XX secolo per l'esecuzione di nuovi progetti di edificazione.
Nel 2002 la città è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Caltagirone è chiamata la Faenza di Sicilia: basta visitarla per capire il motivo di questa definizione.
L'itinerario proposto parte dall'ingresso della città, via Roma. Dopo aver superato il giardino ed avere avuto il primo impatto con le maioliche policrome, a sinistra, si raggiunge il Teatrino, la cui scala conduce al Museo della Ceramica, primo Istituto che documenta, sotto il profilo tecnico ed artistico, l'evolversi di tale cultura. Poco più avanti, sulla destra, vi è un bel balcone risalente al XVIII secolo, progettato dall'artista vasaio Benedetto Ventimiglia. Dopo il "Tondo Vecchio" (uno spettacolare edificio, progettato da Francesco Battaglia nel XVIII secolo e ristrutturato un secolo dopo) si trova, sulla destra, Piazza San Francesco d'Assisi, integrata nel '500 nella città murata. Da qui si incontrano il carcere borbonico (oggi Museo Civico), e la piccola Chiesa di S. Agata, sede della confraternita dei vasai. Poco più in là, Piazza Umberto I con l'antico Monte delle Prestanze, per poi giungere in Piazza del Municipio: le due Piazze insieme con via Duomo, dominata dalla Cattedrale e dal Palazzetto della Corte Capitaniale (costruito dagli scultori palermitani Gagini) e via Principe Amedeo, rappresentano il cuore della città. Una lunga gradinata porta alla Chiesa di Santa Maria del Monte. Per raggiungerla si impiega più tempo di quanto la distanza del centro richiederebbe, perchè ci si ferma ad ammirare i bordi dei gradini che sono in ceramica di vari colori. I vecchi quartieri, in cima la scala, sono caratterizzati dalla presenza di numerose chiese: S. Maria del Monte, S. Domenico, SS. Salvatore, S. Giorgio. Il cimitero monumentale, progettato da Giambattista Nicastro nel 1866, merita una visita di per sé: la costruzione in stile gotico è di notevole interesse, nonostante il lavoro non sia mai stato terminato.
In questa città, così ricca di tradizioni artistiche, sono sorte diverse scuole d'arte: la più importante è la Scuola Industriale della ceramica, fondata all'inizio del secolo da Luigi Sturzo. Un'attività più modesta ma utilissima è la lavorazione della terracotta per usi domestici; i fornaciari di Caltagirone forniscono stoviglie e utensili a tutte le case della Sicilia.
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Caltagirone
Patrimonio dell'Umanità UNESCO dal 2002