Sorelline lontane e dimenticate, Alicudi e Filicudi si trovano all'estremità occidentale dell'arcipelago eoliano. La distanza, la scarsità d'acqua, la mancanza di un approdo sicuro, le hanno fino ad oggi tenute al di fuori delle grandi correnti turistiche. Questo permetterà forse, sulla base delle precedenti esperienze, di pianificarne e dirigerne lo sviluppo turistico salvaguardando l'integrità del paesaggio con tutti i suoi risvolti sociali ed ecologici.
Filicudi (9,5 km2) ha una pianta ellittica, estesa a sud del promontorio di Capo Graziano, dove regna un suggestivo villaggio preistorico risalente all'età del bronzo. L'isola è formata da un gruppo di crateri coperti dalla tipica vegetazione mediterranea. La cima della montagna più alta (Fossa delle Felci, 773 metri) è raggiungibile dalla Valle della Chiesa, una escursione di grande interesse naturale-paesaggistica, la quale richiede però una guida turistica per il suo percorso poco definito.
Alicudi (5,2 km2) è costituita da un cono vulcanico alto 675 metri, il quale affonda ad oltre 1000 metri di profondità sotto il livello del mare. Gran parte dell'isola è disabitata e l'unico mezzo di trasporto è ancora l'asino. Dal 1997, le due isole sono “Riserva Naturale Orientata”. Per il momento la ricettività alberghiera è minima e in genere totalmente esaurita da gruppi di subacquei che trovano nell'incredibile mare di queste isole il proprio ambente ideale. Si vive con il ritmo della natura, le giornate si passano interamente al mare. A sera, quando il sole è tramontato, si va a letto felici, magari a lume di candele.
Filicudi e Alicudi
all'estremità occidentale dell'arcipelago, nel cuore del Tirreno