Tra la fine del '700 e l'inizio del '800, la zona di produzione del vino, in Sicilia, è stata monopolizzata dagli inglesi. Il primo a "scoprire" il vino dolce locale, il Marsala, a produrlo e ad esportarlo in tutto il mondo, fu in realtà un ragazzo di Liverpool, John Woodhouse, nel 1770, seguito da Benjamin Ingham ed il nipote Joseph Whitaker.
Nel 1834 fu istituita la cantina Florio che divenne ben presto un grande complesso industriale moderno e alla fine del secolo raggiunse il suo picco di produzione (il Marsala Florio è ancora prodotto e venduto con successo). I Florio furono i primi imprenditori siciliani durante il periodo della Belle èpoque. Non erano né nobili né proprietari terrieri; arrivarono a Palermo nel 1799 ed aprirono una drogheria. Da quel momento intrapresero numerose iniziative industriali, tra cui quella, per l'appunto, del vino Marsala; diedero vita a diverse compagnie di navigazione, furono inventori della produzione industriale del tonno in scatola, organizzando una grande tonnara con stabilimento conserviero nell'Isola di Favignana e, furono gli ideatori e gli organizzatori della suggestiva Targa Florio, una corsa automobilistica che si svolge tra le strade anguste delle Madonie. Ma soprattutto, nella loro scalata alla ricchezza e al successo, hanno aperto la Sicilia, e soprattutto Palermo, alla cultura, ai costumi, dando innovazione a livello internazionale e pregio anche ad altre industrie, come quelle emergenti di mobili in legno e in particolare quella dei Ducrots', di cui i Florio ne furono i principali clienti.
I Florio e i produttori inglesi
l'imprenditoria siciliana nella Belle èpoque