La grandiosa cavea del Teatro Greco di Siracusa è il massimo monumento dell'architettura teatrale antica che sia giunto fino a noi. Gli appassionati di teatro rimarranno stupiti di fronte a tanta maestosità, non dimenticando che Siracusa fu, circa 2500 anni fa, uno dei più grandi centri della vita teatrale, dove nacque la commedia, così come ad Atene la tragedia.
Del teatro di Siracusa si hanno notizie che risalgono alla prima metà del V secolo a.C., perchè qui Epicarmo, autore greco, visse e lavorò sotto il regno di Gelone. Quattro anni dopo, nel 476, su questo palcoscenico, Eschilo rappresentò i suoi Persiani e Le Etnee. Il Teatro Greco non fu soltanto una sede dove rappresentare testi comici o drammatici, servì, ampio com'era, anche per le assemblee popolari e per i processi. Abbandonato per un secolo dopo il tramonto delle civiltà ellenica e romana, fu riscoperto nel 1526 dagli Spagnoli di Carlo V. Gli scavi e i lavori di restauro, cominciati nel 1804 e spesso interrotti per decenni, sono stati completati nel 1954.
Il Teatro così come appare oggi, ha un diametro di 138 metri (il più grande della Sicilia e uno dei più grandi del mondo) e un dislivello di appena 19 metri tra l'orchestra e il gradino più alto. La cavea aveva in origine 59 ordini di sedili divisi da otto scalette; solo i gradini più alti erano formati con blocchi di riporto, mentre tutti i gradini inferiori erano scavati nella roccia. Lo spazio semicircolare riservato all'orchestra era di 21 metri. Prima della scena si trovavano le scale Carontee, passaggi utilizzati per apparizioni suggestive e, nella parte superiore si trova la grotta del Ninfeo, dentro cui passa il fiume Anapo e presuribilmente sede degli attori.
Il teatro Greco di Siracusa
il massimo monumento dell'architettura teatrale antica giunto a noi