La Mattanza nelle acque della Sicilia è una secolare caccia collettiva che implica il massacro di centinaia di tonni che nuotano verso Sud per deporre le uova. Una volta, questa singolare tecnica di pesca, rappresentava una roccaforte economica e una tradizione di molte comunità, ma fortunatamente oggi sopravvive solo fuori l'isola di Favignana, dove è divenuto uno spettacolo crudele per i turisti; le tonnarre ribollenti, rosse del sangue dei tonni arpionati durante la fase finale della mattanza, sono le immagini legate indissolubilmente alla pesca in Sicilia, ma sono anche per molti versi fuorvianti.
I tonni sono in Mediterraneo sempre più rari e in Sicilia sono rimaste solo tre tonnare: a Favignana per l'appunto, Bonagia e Castellammare. I tonni vivono per la maggior parte dell'anno in Atlantico, ma all'inizio della primavera, iniziano il loro esodo verso le zone di riproduzione al largo della costa della Sicilia.
La mattanza in uso già nel corso dell'Età del Bronzo e ai tempi dei Fenici, venne affinata con l'arrivo degli arabi nel IX secolo, i quali insegnarono ai pescatori siciliani tecniche di pesca per le grosse creature del mare, che potevano pesare fino a 600 Kg. Gli arabi, per esempio, insegnarono agli isolani, che il tonno raramente si lascia adescare prima della deposizione delle uova, e introdussero cosi la tecnica di reti al centro della mattanza.
Intorno al mese di Maggio, quando il vento Favonio (che porta i fiori) inizia a soffiare, il tonno si avvicina nei canali limitrofi a Favignana. Squadre di pescatori muniti delle tradizionali barche piatte, con grandi reti fino a 16 Km di lunghezza, preparano una serie di corridoi costringendo i tonni a nuotare verso la cosiddetta 'camera della morte'. Quando circa un centinaio di prede restano intrappolate, i 60 membri dell'equipaggio iniziano a tirar su le reti, a ritmo del canto antico chiamato Cialoma, o Scialome, risalente al periodo Arabo o addirittura precedente a questo. Quando il tonno sale in superficie ecco qui che i pescatori cominciano ad infilzarlo.
La parola "Mattanza" suggerisce carneficina, una relazione che ogni spettatore, e non sono pochi, non può ignorare. Implicazione culturale a parte, vi è un elemento sostanziale, la brutalità del rituale. I Tonni tendono a immergersi nuovamente nell'acqua quando sono in preda al panico, ma per molti di loro, già storditi o feriti gravemente a causa dell'impatto durante la risalita in superficie, gli resta che traballare sulle reti la cosiddetta 'danza della morte'. Questa fase, solitamente, ha una durata di circa 15 minuti prima della lenta e inesorabile morte. Ma spesso capita che alcuni muoiono rapidamente appena in superficie, a causa del troppo ossigeno nell'aria o dal sopraggiungere di attacchi di cuore.
Questa crudele e intollerabile pesca è stata il pilastro economico di una volta, ma ai giorni nostri, delle 50 tonnare presenti in Sicilia, solo una, quella della suddetta Favignana, è in attività (contro le 150.000 tonnellate di tonno, un tempo pescate, oggi la cifra è compresa tra le 1.000 e le 1.500 tonnellate).
La Mattanza
antica e crudele tecnica di pesca del tonno