Monreale

insuperato esempio di perfezione stilistica della grande arte siciliana

Monreale

Abbandonando la costa ci spingiamo verso l'interno, per una visita al centro turistico più affascinante e più importante di tutta la provincia palermitana, Monreale. Un sogno per la sua posizione a balcone da cui si può godere un suggestivo panorama sulla Conca D'Oro; un sogno per il monumentale complesso dei suoi palazzi su cui si staglia il Duomo, insuperato esempio di perfezione stilistica della grande arte siciliana del XII secolo; è una delle cattedrali di maggior rilievo d'Europa, un monumento alle grandi tradizioni arabe e normanne e, all'arte e all'architettura bizantina.

Il Duomo di Monreale fu costruito per volere del re Guglielmo II (1153-1189). La leggenda narra che Guglielmo II, mentre era a caccia nei boschi di Monreale, si addormentò sotto un albero di carrubo; in sogno gli apparve la Madonna che gli rivelò la posizione di un grande tesoro nascosto da suo padre, Guglielmo I (1120-1166); la Madonna gli ordinò di dissotterrarlo per costruire un tempio in suo onore. Al suo risveglio, con grande stupore del re Guglielmo, venne ritrovato un tesoro in monete d’oro, che furono quindi destinate alla costruzione del Duomo (1176). In verità, le ragioni che spinsere a costruire questa magnifica Chiesa furono di origine politico/religioso. Tutto nasce dalla rivalità esplosa tra re Guglielmo II e l'arcivescovo di Palermo Gualtiero Offamilio, accentuando quindi un conflitto fra Stato e Chiesa. I contrasti fra i due personaggi portò ad una sfida davvero singolare: piuttosto che duellare con armi e spade, si sfidarono con l'edificazione di monumenti. Volto a sottolineare il proprio potere e minare il prestigio di Offamilio, Guglielmo II iniziò a costuire il complesso monrealese e un maestoso edificio, consegnato ai monaci Benedettini; da qui a pochi anni, Monreale divenne la sede arcivescovile. La risposta di Gualtiero Offamilio fu l'allargamento della Cattedrale di Palermo, nulla di paragonabile al colossale esborso finanziario di Guglielmo II. La singolare guerra fra i due, fu, senza dubbio vinta da Guglielmo II, con lo sfarzoso Duomo di Monreale, e per l'arguta capacità di aver affiancato al palazzo reale, il monastero, segno di pace tra i due poteri, Stato e Chiesa. Dove e come, il re Guglielmo II trovò le risorse necessarie per la costruzione del sontuoso Duomo, rimane uno dei tanti misteri di Monreale. A differenza di altri progetti di tale portata, come ad esempio il Duomo di Orvieto, che sono stati impiegati 350 anni per il suo completamento, la cattedrale di Monreale ha preso poco più di 10 anni. Tale velocità deve aver richiesto i prodigi di numerosi lavoratori e artigiani, per non parlare delle considerevoli somme per l'acquisto di marmi, di oro di alta qualità, di altri preziosi e materiali, di pregiosi mosaici (i mosaici di scuola bizantina ricoprono 6340 mq, superando anche quelli di Ravenna e della basilica di San Marco a Venezia).

I mosaici della navata raffigurano episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, con la rappresentazione della Creazione nel livello superiore della navata e muovendosi in senso orario intorno la chiesa; i mosaici della traversata e del transetto ritraggono scene della Natività e della Passione di Cristo. Il lato sud del transetto contiene le tombe di Guglielmo I e Guglielmo II, nel transetto opposto vi sono le tombe di Margherita, Roger e Henry (moglie e figli di Guglielmo I). Il risultato della creazione di tale progetto è stato rappresentativo della potente influenza politica ottenuta da re Guglielmo II, anche se di breve durata, infatti egli muore quattro anni dopo il completamento della cattedrale. Il vasto e solenne Duomo di Monreale, ha una struttura di tipo basilicale a tre navate.

L'interno del Duomo è un accostamento di varie culture. L'impianto basilicale a croce latina e le colonne delle tre navate sono di ispirazione classica. Latine anche le coperture a capriate di legno, e ogni trave decorata all'orientale. Gli archi della navata, il corpo principale e centrale della chiesa, sono realizzate su 18 colonnine, tutte di granito, ad eccezione di una, che è di marmo cipollino, probabilmente progettato per simboleggiare la carica dell' arcivescovo. All'incrocio fra i bracci non troviamo la solita cupola, ma un parallelepipedo bizantino, il suo soffitto però, è decorato al modo arabo. Il pavimento è tutto una tarsia di marmi policromi.
Il grande spazio esterno, coloratissimo, è suggestivo come pochi, soprattutto perchè la decorazione non contrasta con la possente e serena architettura. Di ciò si ha conferma nella parte posteriore esterna: le curve delle tre absidi si fondono perfettamente col parallelepipedo del santuario, grazie a un motivo che assimila i bellissimi archi ogivali intrecciati. La facciata del Duomo di Monreale con le due poderosi torri squadrate, ornate di bifore e monofore. Protetta dal portico si apre la porta bronzea di Bonanno Pisano del 1186 che suddivisa in 42 formelle, racconta alcune scene bibliche con esplicazioni in lingua volgare. Sul fianco sinistro è ricavato un'elegante porticato che incorpora la porta in bronzo di Barisano da Trani, 1179, con formelle rappresentanti figure di Santi. A destra dell'imponente facciata vi è il famoso chiostro del convento dei Benedettini. Un vasto portico che recinge un'ampia superficie, sostenuto da archi poggianti sopra 228 colonne, tutte disuguali, ricche di mosaici e con i bellissimi capitelli ispirati alla realistica e vivace scultura bizantina.

Nel chiostro si è realizzato un punto fermo della scultura medievale italiana: ne sono autori i maestri di scappello campani. Perfettamente quadrato (misura m. 47x47) rappresenta un vero miracolo di eccezionale sapienza; così si può dire anche del suo “colore”, intendendo il gioco di luci che sfiorono colonnine e ogive e si stampano sul pavimento, tra le penombre del portico, portando chi vi cammina o vi sosta a sentirsi coinvolto in un clima di movimentata fantasia. Sempre in penombra invece, ma ravvivato da qualche sciabolata di luce, sorge un chiostrino con al centro una fontana, forse il più riverente omaggio che la cultura locale abbia fatto alla cultura araba.

Non dimenticate di visitare i giardini del monastero, entrando da un angolo a sud est di Piazza Guglielmo II. Si tratta di un posto incantevole, con alcune piante secolari, tra cui diversi magnifici alberi di banyan.

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