La Pasqua è l'evento più atteso in Sicilia. Ovunque, processioni e rituali sono preparati con fervore, e sono state celebrate più o meno allo stesso modo per secoli. I punti salienti della commemorazione si tengono dal Giovedì alla Domenica, ma possono anche essere estese ai giorni precedenti, come accade per esempio a Trapani.
Ad Aidone (Enna), la Pasqua è rappresentata dalla sfilata degli Apostoli: essi sono raffigurati da dodici immagini gigantesche, dai simpatici faccioni barbuti sormontati dall'aureola, rette ciascuna da un portatore. Questa straordinaria invenzione teatrale del gigante è tuttora largamente sfruttata in Sicilia ed è forse tramandata dalla dominazione di casa d'Asburgo, perché là si trova ancora oggi in tutti i suoi antichi domini: in Austria, nei Paesi Bassi, in Spagna e appunto in Sicilia.
Tra i rituali di grande suggestione ricordiamo quello di Modica, grande centro a pochi chilometri da Ragusa, dove la mattina di Pasqua si svolge un rito molto suggestivo. Alle dieci, dalla Chiesa di Santa Maria viene fatta uscire la statua di Gesù. Mezz'ora dopo esce anche la statua di Maria, coperta da un mantello nero. La Madonna è infatti ancora ignara della resurrezione del figlio. Maria inizia la ricerca del corpo seguita dalla processione dei fedeli. Solo a mezzogiorno in punto, nella piazza principale, Maria vedendo il figlio, allarga le braccia per abbracciarlo e così facendo si apre il mantello nero, dal quale escono delle bianche colombe. Ormai Maria può finalmente baciare il figlio. Una manifestazione simile si tiene a Burgio nell'agrigentino.
A Castelvetrano nel trapanese, la mattina di Pasqua, molto presto, viene celebrata “l'aurora”, l'incontro tra Gesù risorto e Maria: due processioni distinte pongono ai lati di Piazza Garibaldi le due statue di cartapesta in modo tale che non si vedano. Al centro la piazza rimane vuota, squilla la tromba e un angelo, trasportato da quattro ragazzi, attraversa di corsa la piazza annunciando la resurrezione del figlio a Maria. Ma lei è incredula, e per ben quattro volte si ripete la scena. Alla fine, forse convinta, la statua si muove verso quella di Gesù: l'abbraccio, in mezzo la piazza, avviene veramente (le statue hanno delle braccia snodabili) nell'attimo in cui scoppia il suono fragoroso di campane e mortaretti.
In Marsala, la processione gestita da uomini e donne, "attori" incarnano i vari momenti della Passione di Cristo.
Prizzi è un piccolo paese che sorge a poca distanza dal lago omonimo, in provincia di Palermo. Tutti gli anni la mattina della Domenica di Pasqua si svolge “il ballo dei diavoli” (l'abballu de li diavuli): i giovani del paese, vestiti da diavoli rossi mascherati, con grandi corna e denti sporgenti si aggirano per il paese a caccia di anime. Sono accompagnati dalla morte, armata di balestra, che indica le vittime tra i passanti. Chi viene colpito dalla morte non ha scampo: viene catturato dai diavoli e trascinato nel più vicino inferno, cioè nella più vicina osteria. In cambio della libertà il condannato deve offrire da bere a tutti. Queste scene durano fino al pomeriggio, quando dalla chiesa del paese esce la statua della Madonna che in processione va ad incontrare il Figlio risorto. I diavoli allora fuggono, lasciando la scena ad altri giovani vestiti da angeli che li inseguono e li catturano per trascinarli al cospetto della Beata Vergine. Costretti in ginocchio ai piedi delle due statue, i diavoli si tolgono le maschere, a chiusura della rappresentazione che simboleggia appunto la vittoria del bene sul male. Ma tornano ancora in scena successivamente, per offrire agli spettatori i caratteristici dolci pasquali a forma di cestino contenente un uovo sodo, i “cannateddi”.
Una manifestazione molto antica e suggestiva si svolge a Riesi, un piccolo centro isolato in provincia di Caltanissetta. Dopo le due processioni del mattino, le statue di Gesù, della Madonna, di San Pietro e di San Paolo, vengono portate ai quattro angoli della piazza principale. Qui, alle ore 14:00, si svolge “la cerimonia della giunta”: la folla, al centro della piazza, assiste all'incontro fra madre e figlio, quando Maria si inchina per baciare la mano a Gesù. Si sale poi al Calvario, una collinetta appena fuori il paese, dove si può assistere alla drammatica scena della crocifissione, tra canti e preghiere. Comincia ora, armai al tramonto, la parte più singolare e drammatica del rito: la pesante statua di Gesù viene portata in processione con una caratteristica camminata, tre passi avanti e due indietro in un estenuante percorso di non più di cento metri.
In Terrasini il rituale profano tenuto è la festa di “li schietti” (gli scapoli), i quali dovranno dare prova di forza e virilità sollevando degli aranci.
In alcuni luoghi della Sicilia, le strade sono ornate da decorazioni spettacolari, come ad esempio in San Biagio Platani, dove vengono montati monumentali "archi trionfali" adornati da sculture di pane.
La Pasqua in Sicilia
tra sacro e profano, eventi liturgici e feste popolari